What is Democracy?

Belarus was on the news recently for the discussed reelections of its leader Alexander Lukashenko. Suspect that the election process was not honest and clear is not insignificant. Malian coup d’etat is just one of the many we listen to periodically in several parts of the world. I wrote recently on Trump threatening to not agree to leave his office in case he will lose the next 2020 elections. Reading or listening news we can easily make a shortlist of how difficult it is to have in place and maintain such a thing known as democracy. In the Middle East…

Certe elezioni spaventano più di altre.

Immaginatevi un paese moderno dove il presidente a ridosso delle elezioni inizia a dire che non riconoscerà la vittoria dell’antagonista mette in discussione con largo anticipo l’eventuale risultato se l’elezione si basa su un meccanismo che renderebbe i votanti della controparte più propensi a votare nonostante lo sviluppo incontrollato della pandemia continua a dire che va tutto bene a fronte di milioni di contagiati se la prende con app internet da la colpa di tutto o ad un paese orientale o al presidente che lo ha preceduto. dichiara pubblicamente che non chiederà scusa mai anche se in torto perchè non…

Password, password delle mie brame: chi è la più bella del reame?

“Password password delle mie brame: chi è la più bella del reame?” “La password più bella è “2bY£4dSàç@°oP7BVù+*oPuHd$5&7=n:@#[6Yx”!\|^ì5%6v£pippo” e non sei tu che sei semplice corta e nota ai più” “ma dimmi o vate della sicurezza come la ricordo stà schifezza?” “è semplice e chiaro, il problema sei tu, che non sei un esperto di tutto e di più” La sciocca filastrocca di sopra mi è venuta in mente leggendo un thread su linkedin: https://www.linkedin.com/posts/nicola-vanin-b03a5451_password-decifrare-computer-activity-6699248728659824640-jQzw in cui si sosteneva che una passphrase era meglio di una password complessa ma corta. il tutto mostrato da questa tabella. La discussione che ne…

Ho paura dei possessori di verità assolute

Volevo scrivere di altro oggi, poi tra il lavoro ed il caldo ho perso quello slot mentale. allora Mi dedico a riflessioni legate alle letture varie ed ai post su LinkedIn di oggi.In particolare sono rimasto colpito dalla montante letteratura sulla “cancel culture” un fenomeno che va, a mia impressione, di pari passo con l’”Hate speech“. Se il primo è figlio di una certa interpretazione della comunicazione della sinistra (ma non solo) il secondo e figlio di una certa interpretazione della comunicazione della destra (ma non solo). Il fenomeno ha preso resilienza e volume sui social media che, come diceva…

Analfabetismo di ritorno, funzionale o semplice ignoranza delle basi?

Allora metti caso che ti imbatti in un articolo di giornale che parla di concorsi con domande impossibili per dirigenti: https://torino.corriere.it/cronaca/20_agosto_11/concorso-dirigenticon-domande-erratepassano-47-700-6acef890-db34-11ea-b256-984eb17d7773.shtml di cui un paragrafo mi balza all’occhio: «Domande formulate in maniera errata» La gara parlava di 100 ammessi, e invece ne sono passati solo 34: questo perché, comunque, c’era una soglia minima di 36 risposte giuste. I preselezionati, poi, sono diventati 47, quando la società che si è occupata del bando ha ammesso uno spiacevole errore: «Molte domande erano formulate in maniera errata». E così, sul sito del Comune è riapparsa una nuova graduatoria nata seguendo una logica difficile…

Elezioni USA: cybersecurity o cyberwarfare?

La cybersecurity è un campo che, ultimamente, rientra prepotentemente nel linguaggio politico. Le ragioni sono molteplici: fa figo ha fatto strada nei mainstream media e “giovane” ma sopratutto permette una polarizzazione tra USA e cina (con una leggera presenza russa) Tutta la narrazione della cybersecurity recente punta il dito contro cina, russia, iran e nord corea facendo meno attenzione alle attività occidentali. Non che non ci siano sia chiaro, ma perchè trovare un cattivo che sia altro da noi è sempre premiante. Eventi come la sentenza Shrems2 che punta il dito sulle attività degli USA e della intrinseca impossibilità di…

Un great firewall europeo? Ma anche no grazie!

Oggi mi sono imbattuto in un post su linkedin che mi ha fatto pensare, nel post si suggeriva la possibilità di dotare l’europa di una sorta di great firewall per il controllo dei contenuti che vengono da sorgenti extra europee, alla maniera forse del great firewall cinese. https://www.europarl.europa.eu/RegData/etudes/STUD/2020/648784/IPOL_STU(2020)648784_EN.pdf Al post obiettavo che chi non ha vissuto in Cina difficilmente capisce quali siano le condizioni anche sociologiche di un atto del genere. Non credo ci siano dubbi sul fatto che io sia contrario, forse ha senso che spieghi a me stesso il perchè. Un great firewall può voler dire fondamentalmente 2…

Perché scrivo quello che scrivo.

Come tutte le cose anche scrivere richiede allenamento, ed io sto cercando di riprendere una abitudine che avevo abbandonato da qualche anno. Scrivere è un esercizio utile, che va al di là dei post che faccio su linkedin, scrivere un post, seppur sul mio blog, di 6 o 7 mila caratteri è un buon modo di raccogliere le idee e ordinarle, in un processo che affina la comprensione dell’argomento mentre si scrive. Lo stesso effetto me lo da l’insegnamento e parlare in conferenze quando lo facevo, mi aiuta ad imparare e capire. Il confronto con idee diverse, anche eoni distanti…

Gli zombie esistono e vivono tra noi, con buona pace dell’umanità

Mi sono sempre chiesto, ma un essere umano può vivere come uno zombie? Intendo privato di quella capacità minima di intendere e di volere che riconosciamo nella nostra specie. Un involucro senz’anima ne sentimento. Non parlo di sociopatici, psicopatici, serial killer, gente priva di empatia o altra gente affetta da disturbi psichici gravi. Neanche dei cattivi, quelli che schiaccierebbero qualsiasi cosa o qualsiasi persona per i loro interessi. Quelli so che esistono, sono spesso CEO o politici di successo. No parlo di quelli che, come zombie, vivono senza umanità e non sono senzienti. Mi sono sempre detto di no, come…

Hiroshima August 6th, 1945

At 08:14 and 45 seconds on August 6, 1945, the American bomber Enola Gay dropped “Little Boy,” the bomb that destroyed about 90% of the buildings in the Japanese city of Hiroshima. A devastating flash of lightning, the shockwave, lives broken. The devastation and rubble are there, but then… Then the rain and the dust, the real beginning of the horror. Lives are broken by the radioactive fall-out that follows, condemning to death or unspeakable suffering thousands of people, women, men, children, young people, old people who will suffer for years the consequences of hell brought to earth in the…

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