episodi precedenti:
La fine di un’era (o forse no?)
Eccoci alla terza dose. Il traguardo che aspettavo con una trepidazione degna del compleanno di un poltergeist. Eppure, c’è qualcosa di stranamente familiare in tutto questo. Forse è la sensazione di déjà vu che mi pervade mentre mi infilo la mascherina—sì, quella col disegnino di Totoro, perché tanto la virilità ormai è un concetto superato—e mi preparo per l’ennesimo viaggio al centro vaccinale. In effetti, è quasi diventato un rito. Prima la prenotazione, poi la fila (sempre più breve, perché diciamocelo, l’entusiasmo iniziale per il vaccino si è un po’ affievolito), e infine l’iniezione, quel piccolo gesto di speranza mischiata a rassegnazione.
Il dottore è cambiato rispetto all’ultima volta. Questo ha lo sguardo un po’ meno pietoso e un po’ più “chi-me-lo-ha-fatto-fare,” ma in fondo, dopo tre dosi, siamo tutti stanchi. Mi parla con quel tono tipico da “Suvvia, è solo una piccola punturina, non ti trasformerai in un magnete ambulante… forse.” Io annuisco, complice, mentre dentro di me penso: “Magari, dottore! Un po’ di magnetismo mi avrebbe fatto comodo per tenere le viti e chiodi a portata di mano, lo sa? Ho già rinunciato al superpotere del 5G, un po’ di attrazione ferrosa sarebbe stata il minimo sindacale.”
Comunque, una rapida iniezione ed è fatta. Stavolta non provo nemmeno a fare la solita prova del cucchiaino o della rondella di ferro. Ho capito che il superpotere di diventare un’antenna per Netflix non si attiverà mai. Il liquido entra nel mio corpo e, come un altro passo verso la normalità, mi accorgo di non provare nemmeno più quella vaga emozione che avevo alla prima dose. Ormai è routine, come controllare il meteo o leggere le statistiche della pandemia—quelle che, ormai, nessuno capisce più. “Casi? Mortalità? Tasso di infezione? Boh, l’importante è che io abbia fatto il mio dovere sociale… e che continui a non avere un autista personale a causa del vaccino!”—giusto per rimanere coerenti con le aspettative di certe menti superiori che ci circondano.
Mentre torno a casa, però, mi rendo conto che qualcosa è effettivamente cambiato. Non nel senso che sono diventato un mutante (mi spiace, ancora nessuna appendice extra o capacità ESP), ma nella percezione della mia stessa esistenza. Dopo tre dosi e una pandemia globale, ho capito che non si tratta di “se” ma di “quando” arriverà la prossima ondata, la prossima variante, il prossimo lockdown. Ogni volta che accendo la TV, mi aspetto già di vedere un nuovo alfabeto greco in azione: Pi, Rho, Sigma… e poi magari Omega, perché prima o poi arriverà anche la variante “fine del mondo.”
Parlando di fine del mondo,
c’è una cosa che mi affascina particolarmente: la capacità dell’umanità di non imparare assolutamente nulla. Siamo ancora qui a discutere se il vaccino funzioni o meno, se Omicron sia davvero una minaccia, mentre su Twitter leggo post di luminari della scienza (con un PhD in Facebookismo applicato, ovviamente) che giurano di avere “sangue nero come la maionese.” E io, naturalmente, sono lì che mi chiedo: “Ma quale tipo di maionese? Quella fatta in casa? Quella industriale? Perché, sai, c’è una certa differenza…” E nulla, capisco che il problema non è il virus, ma siamo noi. Il virus almeno muta, cambia, si evolve. Noi, invece, siamo sempre gli stessi, prigionieri delle nostre convinzioni e complottismi assortiti.
A proposito di complotti: ho scoperto che nonostante tre dosi, niente 5G. E sì, nemmeno il 4G funziona bene dalle mie parti. Questo è il vero scandalo! Eppure, continuo a sperare in quella trasformazione finale. Dopotutto, ho sempre avuto la sensazione di essere un alieno su questo pianeta, un po’ come quel mio amico che mi ha detto: “Tu, Antonio, sembri uno di Alpha Centauri.” Ancora non ho capito se volesse insultarmi o farmi un complimento, ma la verità è che l’idea di essere un mutante non mi dispiacerebbe affatto. Meglio un metaumano che un umano medio, no?
E così, il tempo passa. Aspetto che il terzo vaccino faccia il suo corso, che mi doni poteri straordinari o, almeno, un po’ di telecinesi. Invece, niente. Neanche Apollonio, il fantasma di casa, si fa più vedere. Forse anche lui ha preso il Covid? Ma come fai a mettere in quarantena un fantasma? E se si ammala, come gli faccio fare il tampone? Insomma, tante domande e poche risposte, ma almeno una certezza: la trasformazione in metaumano non è ancora completa. Forse sono solo a metà del processo, una specie di ibrido tra uomo e… qualcosa che ancora non ho capito. Magari una versione low-cost di Wolverine, con meno artigli e più sarcasmo.
E quindi?
Quindi niente. La vita va avanti tra un video su YouTube e una serie su Netflix. Siamo ancora qui, bloccati in questo eterno limbo pandemico, a vedere quando e se arriverà la fine. Nel frattempo, però, mi sono reso conto di una cosa: non c’è bisogno di superpoteri per sopravvivere a tutto questo. Basta un po’ di senso critico, qualche risata sui social, e la consapevolezza che alla fine, per quanto tutti ci sforziamo, non saremo mai completamente normali. E forse va bene così.
Certo, ci sono giorni in cui vorrei davvero avere quel superpotere promesso dai complottisti, fosse anche solo per zittire con un pensiero telepatico quelli che urlano alle dittature sanitarie e al NWO. Ma poi penso: se tutti avessimo i superpoteri, sarebbe solo un’altra scusa per urlare più forte. E, alla fine, chi urla più forte sembra sempre avere ragione. Quindi forse è meglio così. Un po’ di normalità, un po’ di ironia, e un sacco di aspettative disattese.
Mentre mi avvio verso il 2023, già pronto per la quarta dose (perché sappiamo che arriverà), rifletto sull’ironia della situazione. Ho passato mesi aspettando di diventare un mutante, e alla fine, l’unica cosa che è mutata è la mia pazienza. Ma non importa, perché domani è un altro giorno. Un altro giorno in cui scoprire che non c’è niente di più umano del cercare di diventare qualcos’altro… e fallire miseramente.
Dai, che domani è Natale. O forse era ieri? In ogni caso, vado a prepararmi per il prossimo giro. E chissà, magari con la quarta dose riuscirò finalmente a far funzionare il 5G!
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