Bonus bici, clickday ed altre disgrazie

digitalizzazione vade retro

memento mori:

cosa hanno in comune questi luminosi esempi di digitalizzazione?

Il fallimento?
La figura barbina?

Si e No, quelle citate sopra sono conseguenze e non cause della cosa in comune, la cosa in comune che hanno tutti questi elementi è:

  • la assoluta incapacità progettuale
  • la assoluta mancanza di accountability.

ma soprattutto

la completa ed assoluta ignoranza su cosa significhi una trasformazione digitale.

Cerchiamo di capirci quindi.

Quando si vuole mettere in piedi qualche cosa, qualunque cosa, occorre definire, proprio al minimo:

  1. cosa si vuole ottenere
  2. come ottenerlo
  3. chi è il target
  4. quante sono le risorse interessate

ok ok lo sapete tutti, e li lavorano fior di professionisti stimatissimi, geni dell’informatica, guru della comunicazione, maghi del coding, dei dei sistemi … ma allora qualcuno mi spiega perchè i sistemi di cui sopra fecero la fine che fecero?

Prendiamo l’ultimo caso, il sito per il “bonus bicicletta”.

Al di la che si potrebbe obiettare che in un paese dove il digital divide è altissimo fare la transazione solo online è già un primo filtro poco egualitario rispetto alle fasce di utenza che possono accedervi, facciamo finta che tutti in Italia siano sufficientemente capaci.

(come facciamo finta che tutti sappiano leggere scrivere e fare di conto in maniera accettabile a fronte di un tasso imbarazzante di analfabetismo di ritorno, ma vabbeh altra storia)

Ora, viste le esperienze precedenti (fate riferimento al mini elenco di prima) ci si dovrebbe domandare come minimo:

quante persone cercheranno di accedere al sistema?

Capisco che la domanda sia di difficile risposta, in prima istanza uno potrebbe considerare una quantità rapportabile al denaro stanziato e quindi calcolare su tale cifra il numero di persone facendo una stima magari divisa per fasce orarie di probabilità di accesso.

Si potrebbe quindi dimensionare l’accesso e le risorse relative in funzione delle aspettative testè calcolate, magari dandosi un margine di tolleranza.

e infine si potrebbe gestire l’eventuale sovrannueroin qualche modo.

Voi mi direte, che ci vuole?

Beh iniziamo ad osservare che il calcolo delle utenze legato all’ammontare economico del bonus ha senso solo se tale ammontare ha tenuto conto di quante persone potrebbero o vorrebbero accedere a tale bonus.

E visto che nostante i problemi andava in rapido esaurimento forse non è proprio il caso in oggetto.

Ma se le cose stanno così non è la base di partenza dei conti è già sballata?

E quindi?

Potremmo, alternativamente iniziare a pensare a quale sia la base potenziale di utenti che potrebbero essere interessati e la fascia temporale cui dobbiamo fare riferimento, se distribuiamo il servizio in 10gg è diverso da un click day monogiorno (che credo sia il senso del click day).

Questo sembra più probabile, sicuramente almeno questo lo avranno considerato, andiamo è il parametro minimo basilare ed elementare, no?

ma … allora come si spiega che le aspettative di accesso sono di decine al secondo quando, in realtà, cercano di accedervi in migliaia ?

Il problema risiede in un piccolissimo particolare, il mondo digitale ha le sue regole, e chi persegue la digitalizzazione dovrebbe tenerlo presente.

Se metti un clickday, ed hai una base potenziale di milioni di utenti, devi considerare come minimo che questi non si distribuiranno secondo i tuoi desiderata, ma cercheranno di accedere piu o meno usando comportamenti simili a quelli sperimentati in precedenza.

Insomma se pensi che si divideranno autonomamente in scaglioni di accesso, sei un coglione, se invece pensi che almeno l’80% cercherà di accedere in un intorno temporale dell’inizio attività (o di inizio giornata) forse sei uno che inizia a pensare.

Per altro questi comportamenti non sono dissimili a quelli di accesso a siti web, ed hai i dati dei flop precedenti come indicazione almeno statistica, ti immagini se facebook, youtube, youporn, LinkedIn, Google, Amazon, Netflix progettasero gliaccessi come stai facendo?

Ti serve, magari, un’esperto (cosa diversa da una fiask force, composta d gente che si occupa di tutto tranne che di quello su cui stai lavorando). Insomma qualcuno che ne sa potresti anche trovarlo in giro, ma fai attenzione, non è uno sviluppatore quello che cerchi, oun sistemista… ma una altra figura, magari un esperto marketing di servizi web, uno che sappia dirti quanti utenti cerchernno in maniera concorrente di accedere ai tuoi cavolo diservizi.

Se non fai questi ragionamenti ti trovi con il piccolissimo, infinitesimo, minuscolo problema di non sapere come dimensionare le risorse che devi legare al servizio.

Il che porta ad un secondo problema:

Quali sono le risorse che devo considerare?

il flop della ciclopedalata web ci insegna un altro punto fondamentale: le risorse dimensionate sono tutte quelle necessarie, anche se sono terze a te, tipo gli spacciatori di spid (non speed, spid).

Puoi mettere tutte le risorse che vuoi, tue, ma se un elemento esterno su cui ti basi in maniera fondamentale non regge, non ti regge il sistema.

Quindi se disegni qualcosa del genere non puoi solo fare i conticini di casa tua, devi anche considerare i servizi esterni cui tu o gli utenti chiamati ad accedere al servizio, sono vincolati. come minimo sei tenuto a fare con loro considerazini di carico.

Chiariamoci, non devi in questo caso incolpare gli spacciatori di spid, a meno che questi non avessero spergiurato di poter sostenere il carico che tu avevi fornito. Ma se gli dici che ti aspetti 70 login al secondo e ne ricevi 10000 e loro non reggono la colpa è tua non loro.

Ora ti chiederai, in preda ad oscuri presentimenti di tregenda:

“ma come mai tutti sti tizi insieme, se lo facevo fare agli sportelli postali mica andava cosi…”

Ecco hai appena scoperto un altro dei sacri postulati della digitalizzazione:

"aspettarsi comportamenti ed aspettative degli utenti verso i servizi digitali analoghi a quelli fisici è da coglioni".

Da cui segue il corollario:

"se disegni il sistema digitale a replica di quello fisico rimani coglione"

e lo so che magari le stanze di attesa ti sembrano una buona idea per gestire overflaw di richieste d’accesso ma …

… ecco la vedi questa schermata? E’ la prova che non hai capito nulla.

Se un utente legge che ha davanti 609690 utenti e poi ti manda a quel paese non puoi proprio dargli torto. Ed intendiamoci la colpa non è sua, ne dello sviluppatore che ha pensato alla stanza virtuale, è tua che non hai definito specifche di uso e delivery.

Potremmo parlare ancora di user experience, logicità del processo o cose del genere, ma so già che ti ho perso, vedo il viso imbronciato e empaticamente sento il senso di lesa maestà, quindi la morale della storia la faccio breve.

La morale è che, come al solito, manca progettualità e considerazione del processo nel suo complesso.

O se c’è viene mal gestita (ignoranza o dolo?)

non per autocitarmi ma avevo tempo addietro cercato di spiegare perchè certi progetti sono destinati al fallimento:

sfiga(?) vuole che se confrontate quanto descrivo li, con i risultati dei progetti “click day” siamo allineati.

non si è capaci di definire i punti di partenza e di arrivo e, di conseguenza, le risorse da impiegare e quindi si dimensiona il tutto a mentula canis.

La ragione è legata alla mancanza di conoscenza di cosa sia la digitalizzazione e le sue inerenze, questo porta ai mostri sperimentati con i clickday e non solo, diciamo che è patrimonio della PA, di molte aziende e di molti sedicenti guru informatici, opinionisti, giornalisti ed esperti vari.

E considerando che il riferimento è ad un post del 2016 … devo dire ben pochi progressi sono stati fatti.

Fino a che non ci si porrà il problema della digitalizzazione nel suo complesso, non possiamo che aspettarci che la storia si ripeta e queste uscite estemporanee saranno condannate al fallimento.

aggiungo un simpatico poll in merito che avevo postato su LinkedIn

https://www.linkedin.com/posts/antonioierano_vaccatadellasera-pensieriinlibertaeq-quellidelfascicolop-activity-6729438534198935552-Xkib

meditate gente meditate

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